Enjoy The Silence (?)

Io ,l'eterna bambola di porcellana, aveo lasciato Hakkai per poter gironzolare senza dover necessariamente intrattenere una conversazione coerente: non amavo molto le persone, o meglio, nonostante non vi fossi del tutto ostile, preferivo di gran lunga starsene in santa pace, abbandonandomi ai miei pensieri, e a quello che ,conseguenzialmente, ne scaturiva; avrei di certo dato filo da torcere ad uno psicologo, se solo mi fossi lasciata osservare,cosa che non permettevo a nessuno, considerando la mia soglia di resistenza massima rispetto ad una conversazione : un quarto d'ora era fin troppo. Ovviamente, non era sempre così: il mio carattere volubile faceva sì che questo metro di misura oscillasse, a seconda dell'interesse mostrato dalla mia ultra centenaria mente, ora a tempi ancora più ristretti, ora ad un lasso di tempo ben più lungo.
Ora mi ritrovavo a scendere una lunga e angusta scala a chiocciola,completamente di pietra, sfociante in chissà quale effimero posto,considerata la scarsa luce che ancora si intravedeva dall'inizio della gradinata, e la forte umidità: di certo quello non era un luogo molto frequentato!
Ovviamente questo non rappresentava un problema, data le mie brillanti capacità sensoriali, e alla mia particolare resistenza alle temperature, peculiarità della razza vampirica: continuavo a scendere più che sicura sulle gambe, guardandomi di tanto in tanto attorno, nella speranza di avvertire un cambiamento di paesaggio.

Giunsi finalmente alla fine di quella lunga e scivolosa scala a chiocciola, che forse stupidamente credeva, con il suo serpeggiare in cerchio,di potermi confondere le idee: ora mi trovavo in un' enorme stanza, collegata ad altri cunicoli, spoglia e vuota come non ne avevo mai viste, la cui oscurità era assoggettata, di tanto in tanto, dalla fioca luce di alcune torce sparse lungo il muro. Guardandomi attorno, avvertì dei rumori: qualcosa si stava muovendo,in un angolo, lontano dalla mal riuscita illuminazione; potevo distinguere chiaramente quella figura,intravedendovi quella di un uomo,e con molta più probabilità di un ragazzo, dal fisico davvero impeccabile: sembrava non essersi accorto del mio sguardo inquisitore,ora fermo su di lui, mentre si muoveva,esponendosi ancor di più ai miei occhi rosso cremisi. Sembrò infine essersi finalmente deciso a rivelarsi del tutto, presentandosi in un modo a dir poco goffo, inverosimile per le impressioni che la sua figura aveva inizialmente suscitato in me: incredibile,mi aveva scambiato per la guardiana di quello strano e contorto posto!
«Mi spiace deluderti, ma diciamo che anche io mi sono persa,e che non sono affatto la "guardiana" di questo posto..» -Risi, abbozzando un sorriso,mentre gli occhi cremisi mi si illuminavano, specchiandosi nello smeraldo dei suoi. «Comunque...Io sono Claudia,Claudia de Lioncourt. »Allungai la mano verso di lui.

Mi guardava come se avesse appena visto un fantasma,immobile, probabilmente terrorizzato: lo guardai perplessa, per poi abbassare lo sguardo,ora ritraendo la mano fredda come il ghiaccio,stringendola nell'altra.
«Si,sono un vampiro.. » Sorrisi quasi timidamente,tornando a guardarlo. «E mi spiace,ma non riesco a sentirmi in colpa..Non ho scelto io di essere un vampiro, nè tantomeno di poter vivere ancora..Ho più di duecento anni,sai? A quest'ora dovrei essere morta e sepolta,o forse nemmeno quello, considerando le inesistenti possibilità economiche che avevo allora..Probabilmente sarei morta a causa della peste, se un gentile signore non m'avesse preso e portata via con sè..Facendo di me, la sua bambola più preziosa, figlia immortale...» Il mio sguardo si perse nell'ombra dei miei ricordi, riaccendendosi solamente al nome di Lestat;ora guardavo il ragazzo, con un'espressione del tutto stranita,nonostante fossi pienamente cosciente: Rayne aveva qualcosa di strano, si, non era affatto umano; « Neanche tu sei umano..vero? I tuoi occhi sono troppo belli per essere paragonati a quelli di una persona comune..» -Sorrisi- « E...Io non ho affatto voglia di sangue,almeno non di quello umano..Sarà più di un secolo che non ne sento il sapore.» Ripresi,con la speranza di tranquillizzarlo.

Ammirai quell'ala scarlatta, completamente spiazzata: era davvero bellissima,e in duecento anni non avevo mai visto niente di simile..Dovevo ammetterlo; gli angoli della bocca mi si sollevarono,scoprendo un timido sorriso,unito a quel cremisi acceso che accompagnava i miei occhi ogni qual volta che qualcosa attirava la mia attenzione: fantastico,non avevo nient'altro da dire.
«Un angelo..» Mormorai,forse un po' incredula,scuotendo la testa: non avevo la minima idea di come fosse fatto un angelo, e ,per come me li ero sempre immaginati, Rayne non ne era proprio la fotocopia,o meglio, non aveva nulla all'apparenza che mi ricordasse qualcosa che spesso sognavo.
«Che strano.. Pensavo che gli angeli fossero tutti biondi, con i riccioli e con delle luuuunghe ali bianche!» -Risi leggermente- «Wow! E' fantastico!Cioè! Sei fantastico!!Non ho parole,davvero.. » -Scossi di nuovo la testa- «Come si vive lassù Rayne? E .. perchè sei caduto?Che vuol dire? ....Sempre se ti và di dirmelo.» Mossi un passo verso di lui,cercando un cenno di minima fiducia,o almeno, di non così evidente diffidenza.

Lo ascoltai in silenzio, sedendomi sulla scalinata, alla "luce", in modo che potesse vedermi: non ero ancora sicura che si fidasse, e non volevo metterlo ulteriormente sulla difensiva; ma mentre parlava sembrò davvero rispondere con il massimo della sincerità,e forse anche un po' troppo,considerando che eravamo quasi del tutto sconosciuti l'uno all'altro: una lacrima gli rigò il viso, e la scorsi distintamente,sulla sua pelle diafana,sentendo il mio cuore stringere,quasi soffocato, come se potessi provare ancora un simile dolore...Certo che gli angeli erano proprio strani.
Lo guardai ancora,come se non potessi smettere, ancora fin troppo presa da quello che avevo visto e sentito fino a poco fà: non sapevo cos'era l'amore,ma conoscevo il tradimento,e faceva male,per quanto potessi ricordare...
«Mi...Mi dispiace» Mormorai, quasi vergognandomi di poter rispondere così banalmente ad una confessione simile...
«Credo di essere qui da più di un'ora...Ho perso il conto,ormai.. Sono appena arrivata,e non conosco la scuola...Sono molto curiosa e..mi sono messa a gironzolare..E ora mi sono persa» Risi leggermente,sperando che quel cambiamento di discorso l'avesse aiutato a distoglierlo dalla ferita riapertaglisi poco prima.
«Tu?» Mi raggomitolai nel mio cappotto,ancora seduta sulle scale.

Mi si mise a sedere vicino, anche se distante di più di qualche metro: era un buon segno, no? Forse cominciava davvero a fidarsi!
«Beh,non è esattamente così: » - mi voltai verso di lui,per poterlo guardare negli occhi senza dovermi muovere troppo - «Al buio ci vediamo sicuramente meglio di un qualsiasi essere umano! I vampiri hanno i sensi di gran lunga più sviluppati, e non solo di un uomo, ma anche di un animale sensibile come un predatore,come un ghepardo,ad esempio! Con il tempo poi ci siamo evoluti anche noi! La luce non è più un problema,anche se quando è troppo forte rischia di bruciarci, o di farc brillare come delle orate al sole!» Risi. «Alcuni di noi hanno sviluppato anche delle proprie abilità, come ad esempio essere più veloci, più forti..O ci sono vampiri che possono addirittura leggere nella mente,o controllare il fuoco, o il ghiaccio! E' davvero fantastico! E soprattutto divertente,secondo me! Anche se io non ho nessuna abilità particolare, a parte quelle proprie della nostra "razza"..Almeno credo,visto che in duecento anni non si è ancora fatto vivo!» Sbuffai,roteando gli occhi: mi sarebbe piaciuto avere qualche strano potere!
«E gli angeli? Avete qualche potere voi?» Chiesi sinceramente incuriosita, accorgendomi poi che aveva freddo: «Io non ho freddo,non riesco a sentirlo il freddo..Però forse tu si! Mettiti addosso questo, è un po' piccolo,però forse va un po' meglio se lo poggi sulle spalle..» Gli porsi il mio cappotto,sorridendo.

Sorrisi,nel vedergli rimettere il cappotto sulle mie spalle,nonostante gli avessi detto che non ne avevo bisogno, quello di stringermi al soprabito era una cosa che facevo spesso,un tic,si ecco,un tic.
«Nulla,davvero..Anzi,scusami,se non ti ho stretto il braccio,ma...Mi è sembrato di vedere un brivido percorrerti il corpo,l'ultima volta che mi hai stretto la mano...Non sono per niente calda,lo so,anzi...Sedersi sulla neve in mutande è di gran lunga più piacevole » abbozzai un sorriso,sinceramente dispiaciuta: essere fredda come il marmo non mi era mai piaciuta come cosa,mi faceva sentire insensibile,più di quanto non lo fossi di già, per colpa di un cuore fermo da fin troppo tempo.
Magari avessi potuto arrossire ,quando mi sentì baciare la mano,in modo davvero carino:
«Che accento carino,sembri quasi un francese! De rien..Monsieur Rayne..»
Sorrisi ancora,lieta di sentir pronunciare così bene la mia lingua nativa.
«Che ne dici se proviamo a tornarcene su? Ti prenderai un brutto raffreddore se stai qui ancora un po'.. » Distolsi lo sguardo,ora volto alla scala in pietra: chissà che ore erano..
«Non è giusto che tu sia caduto...Sei così...Non so come dire. Ispiri bontà..si ecco.» Sorrisi,rimettendomi all'impiedi,guardandolo ancora negli occhi.

«Sembra quasi che il dio degli angeli ne abbia voluto mandare uno proprio da me: forse, dopotutto, non sono stata tanto cattiva nella mia non- vita.. » Sorrisi con tutta l'anima, prendendogli la mano, e sperando che non fosse più tanto fredda come la prima volta che l'aveva stretta alla sua: non avevo nessun ripensamento sulle creature dalle splendide ali colorate,anzi, continuavo a pensare davvero che fossero creature uniche, e il fatto che lui fosse come un'ondata di sole in una primavera congelata come quella del mio corpo,e anche del mio spirito,reso insicuro dai troppi anni passati a credere di essere un mostro, non faceva altro che confermare le mie teorie: gli angeli,anche quelli caduti come Rayne, erano luce allo stato puro.
«Quindi non si nasce angeli,è un po' come per i vampiri! Muori... e poi...E' come se vivessi di nuovo, ma in occhi diversi..» Abbassai lo sguardo sulle scale,muovendo un passo sul gradino superiore,ora guardando vero l'alto della scala a chiocciola,cercando d'intravedere la stessa luce che filtrava dall'entrata, unica via d'uscita, probabilmente.
« Spero che il mio essere un po' fredda e morta non sia un problema per te..I vampiri non sono tutti uguali..Te lo dimostrerò. »
Sorrisi di nuovo,salendo uno scalino dopo l'altro, ora più velocemente.
« Io vengo da Parigi! Ora sono una specie dii...principessa! Mio padre adottivo è molto ricco...Ma prima non me la passavo tanto bene: nel 1700 ero poco più che una schiava.. »